Assegno di mantenimento dovuto in sede di separazione e assegno di divorzio presentando delle differenze perché diverse sono le finalità e la ratio
- Assegno di mantenimento e assegno divorzile: finalità
- Perché l’assegno di mantenimento e quello divorzile sono diversi
Assegno di mantenimento e divorzile: finalità
L’assegno di mantenimento e l’assegno di divorzio presentano delle differenze piuttosto evidenti. Il primo viene corrisposto al coniuge più debole quando una coppia si separa. Con la separazione il matrimonio non finisce e i diritti e i doveri tra i coniugi si attenuano, perché il rapporto coniugale entra in una sorta di pausa. Marito e moglie pertanto devono (o quanto meno dovrebbero…) continuare a rispettare gli obblighi che nascono con il matrimonio, tra i quali quello di sostenere economicamente il coniuge più debole, garantendogli lo stesso tenore di vita di cui ha goduto durante il vincolo matrimoniale.
Per quanto riguarda invece l’assegno di divorzio, a delinearne i nuovi presupposti è stata la SU 18287/2018, che ne ha chiarito la natura assistenziale, ma anche perequativa e compensativa. Criteri che aderiscono perfettamente al principio di solidarietà enunciato anche dalla nostra Costituzione.
Criteri di determinazione dell’assegno di divorzio
Il giudice infatti, quando deve stabilire se vi sono i presupposti per il riconoscimento dell’assegno di divorzioe deve procedere alla sua quantificazione deve tenere conto di quanto indicato dal comma 6 dell’art. 5 della legge sul divorzio ovvero delle “condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l’obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell’altro un assegno quando quest’ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive.”
Le diverse finalità dei due assegni
Assegno di mantenimento e assegno di divorzio presentano delle differenze perché diverse sono le finalità. In pratica, mentre l’assegno di mantenimento, che viene riconosciuto in sede di separazione si pone l’obiettivo di garantire al coniuge più debole lo stesso tenore di vita goduto durante il matrimonio quello divorzile, secondo quanto stabilito dalla SU n. 18287/2018, ha natura assistenziale, perequativa e compensativa ed è previsto per garantire solo l’autosufficienza economica del coniuge più debole.
Ragioni della diversità tra assegno di mantenimento e divorzile
L’assegno di mantenimento e l’assegno di divorzio però presentano anche altre differenze, la prima delle quali dipende dalla diversa finalità dei due assegni che a sua volta è condizionata dalla diversa ratio dei due istituti.
La separazione mette in “pausa” il matrimonio
La separazione infatti si può considerare come una fase intermedia e solo eventuale rispetto al divorzio, in cui si sospendono gli obblighi personali come la convivenza, la fedeltà e la collaborazione, mentre permangono quelli economici, come il mantenimento del coniuge più debole appunto. In una situazione di questo tipo si rende quindi necessario garantire, con l’assegno di mantenimento, una continuità nel sostegno economico del coniuge più debole anche se non si vive più insieme. Non dimentichiamoci infatti che durante la separazione i coniugi possono sempre porre fine alla loro condizione di separati e riconciliarsi. Del resto, come abbiamo detto prima, la separazione mette solo in pausa il matrimonio, proprio per dare in qualche modo la possibilità ai coniugi di avere un ripensamento e magari tornare insieme.
Il divorzio pone fine al matrimonio
Il discorso cambia ovviamente se si parla di divorzio. In questo caso infatti la scelta è decisamente più netta, drastica e in un quadro normativo e giurisprudenziale come quello attuale, come ha giustamente evidenziato la SU del 2018, non si può trascurare il fatto che ancora oggi quello dei coniugi che è portato per “scelta” del marito o per una sua decisione, a rinunciare alle proprie ambizioni lavorative e di carriera è nella stragrande maggioranza dei casi la moglie. Donna che è anche quella che, a una certa età, tra l’altro, ha anche maggiore difficoltà a ricollocarsi nel mondo del lavoro.
Assegno di divorzio: rilevano le difficoltà delle donne a trovare un impiego
Ecco, di questo aspetto, il giudice non può non tenere conto quando i coniugi divorziano e deve stabilire se e in che misura riconoscere l’assegno divorzile. Sarebbe estremamente ingiusto non attribuire il giusto valore ai sacrifici e alla maggiore difficoltà delle donne a trovare un impiego. Se quindi la moglie per una vita si è dedicata alla famiglia e ai figli e il marito ha potuto impegnarsi nella propria carriera, migliorando la propria situazione economica, deve essere riconosciuto alla donna, come una sorta di “ricompensa”, l’assegno di divorzio, nella misura naturalmente che il giudice valuterà caso per caso.
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