Che cosa è?
L’istituto della stepchild adoption è una forma di adozione mite che consente al genitore non biologico di adottare il figlio naturale o adottivo del partner (genitore biologico) con cui è sposato, unito civilmente o convivente.
La stepchild adoption, infatti, rientra fra le ipotesi di adozione in casi particolari di cui all’art. 44 della legge n. 184 del 1983 recante la “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”.
La stepchild adoption, quindi, si rivolge a quelle coppie nelle quali uno dei partner (o entrambi) hanno già un figlio proveniente da una precedente relazione e ha lo scopo di tutelare i legami e i relativi rapporti giuridici derivati da questa unione.
Come si propone la domanda?
Il procedimento è senza dubbio più veloce rispetto ai tempi di una normale adozione.
La domanda si propone tramite il proprio avvocato al Tribunale per i Minorenni del luogo in cui si trova il minore.
Una volta proposta la domanda, il Giudice dovrà:
- verificare la sussistenza dei presupposti per procedere alla stepchild adoption;
- valutare l’interesse del minore;
- disporre l’esecuzione di adeguate indagini sociali e psicologiche, tramite i servizi sociali e gli organi di pubblica sicurezza, volte a verificare l’idoneità affettiva e la capacità educativa di chi ha svolto e svolgerà il ruolo genitoriale.
In particolare, l’indagine avrà ad oggetto:
- l’idoneità affettiva e la capacità di educare e istruire il minore, la situazione personale ed economica, la salute, l’ambiente familiare dell’adottante;
- i motivi per i quali l’adottante desidera adottare il minore;
- la personalità del minore;
- la possibilità di idonea convivenza, tenendo conto della personalità dell’adottante e del minore;
- la verifica della realizzazione del preminente interesse del minore.
Il giudice valuterà pertanto, caso per caso, se una siffatta relazione tra il minore ed il partner del genitore biologico meriti o meno di essere preservata.
Stepchild adoption e coppie omosessuali
La legge n. 76 del 2016, c.d. “legge Cirinnà”, pur avendo regolamentato le unioni civili tra persone dello stesso sesso, nulla ha previsto circa la possibilità per uno dei componenti della coppia di adottare il figlio del partner.
Da tempo, però, nonostante il silenzio del nostro legislatore sul punto, la giurisprudenza del Tribunale dei Minorenni (Roma, Firenze e Milano tra i primi) ha dapprima esteso l’istituto della stepchild adoption alle coppie eterosessuali non sposate e, successivamente, anche a quelle omosessuali.
Infatti, nella prassi giurisprudenziale consolidatasi negli ultimi anni, l’applicazione della stepchild adoption anche alle coppie omosessuali è avvenuta ed avviene tutt’ora attraverso una interpretazione estensiva dell’art. 44, legge n. 184 del 1983.
In questi casi, infatti, la scelta dei Giudici tende a valorizzare il legame instauratosi tra il bambino e chi se ne è preso cura fino a quel momento e, quindi, a consolidare la relazione affettiva creatasi tra adottante e adottato, il tutto nel preminente interesse del minore a preservare tale rapporto.
La recente pronuncia della Corte Costituzionale
Di recente la Corte Costituzionale, si è pronunciata sulla stepchild adoption tramite due sentenze dello scorso 28 gennaio 2022 con le quali ha dichiarato l’inammissibilità di due questioni di costituzionalità con riferimento alla legge n. 40 del 2004 in materia di fecondazione assistita.
In particolare, le questioni sottoposte all’attenzione della Corte Costituzionale riguardavano:
- il riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali nati in Italia dalle coppie di donne attraverso la pratica della fecondazione assistita;
- il riconoscimento dei figli di due uomini nati all’estero grazie a maternità surrogata.
In entrambi i casi appena ricordati la Corte Costituzionale, pur dichiarando inammissibili le questioni prospettate, ha sottolineato la necessità di tutelare i diritti dei bimbi nati dalle coppie dello stesso sesso ad oggi non ancora riconosciuti nel Paese.
Infatti, secondo la Corte Costituzionale la stepchild adoption da sola non basta in quanto occorre un riconoscimento più forte, che renda i figli delle coppie omosessuali uguali dal punto di vista giuridico a tutti gli altri figli nati da coppie eterosessuali e che riconosca il loro diritto ad avere due genitori a pieno titolo.
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