L’attribuzione di un immobile incide sull’assegno divorzile? Vediamo come ha risposto la Cassazione a questa importante domanda
- Il regime patrimoniale scelto dalla coppia incide sull’assegno di divorzio
- Assegno divorzile di 2000 euro immobile da 290.000 euro alla ex moglie
- L’assegnazione dell’immobile deve essere valutato ai fini del mantenimento
- L’attribuzione di un immobile ha il suo peso sull’assegno di divorzio
Il regime patrimoniale scelto dalla coppia incide sull’assegno di divorzio
L’attribuzione di un immobile incide sull’assegno divorzile? Per rispondere a questa domanda facciamo riferimento a questa interessante massima della recente sentenza n. 11787/2021 della Cassazione, chiamata a pronunciarsi in materia di assegno divorzile.
“Nell’esaminare la domanda di assegno occorre che il giudice verifichi se e in che misura l’esigenza di riequilibrio non sia già coperta dal regime patrimoniale prescelto, giacché se i coniugi abbiano optato per la comunione, ciò potrà aver determinato un incremento del patrimonio del coniuge richiedente, tale da escludere o ridurre la detta esigenza.”
Tale principio si pone in linea di continuità con il recente orientamento della Cassazione, che ha valorizzato la funzione assistenziale e perequativo – compensativo dell’assegno di divorzio. La finalità è quella di tutelare il coniuge più debole che ha sacrificato le proprie aspettative professionali, in virtù di una decisione concordata con l’altro coniuge. Questo perché, nell’occuparsi della casa e della famiglia, ha dato comunque un decisivo contributo alla formazione del patrimonio comune e dell’altro coniuge.
Ma perché la Cassazione è giunta a questa conclusione? Vediamolo insieme
Assegno divorzile di 2000 euro e immobile da 290.000 euro alla ex moglie
Tutto ha inizio quando un marito reclama la decisione con cui il Tribunale ha deciso la corresponsione in favore della moglie di un assegno divorzile di 2000 euro. Peccato che per la Corte d’Appello adita la decisione del Tribunale risulta corretta. Per il giudice dell’impugnazione, come per quello di primo grado, non rileva ai fini del mantenimento che, dopo il procedimento di divisione dei beni in comunione legale, alla moglie sia stato assegnato un immobile del valore di 290.000 euro. Detto argomento infatti, per il giudice del reclamo, non pone in discussione l’an e il quantum dell’assegno divozile.
L’assegnazione dell’immobile deve essere valutato ai fini del mantenimento
L’uomo però, insoddisfatto del giudizio di appello, ricorre in Cassazione. In uno dei motivi contesta che l’attribuzione esclusiva dell’immobile alla ex moglie abbia comportato solo una variazione qualitativa del patrimonio. Per l’uomo tale assegnazione produce conseguenze inevitabili sull’assegno di divorzio. Per il marito insomma l’attribuzione di un immobile incide sul riconoscimento e sull’entità dell’assegno di divorzio.
L’attribuzione di un immobile ha il suo peso sull’assegno di divorzio
Gli Ermellini accolgono questo motivo di ricorso sollevato dall’ex marito. Come del resto ha già avuto modo di rilevare, quando il giudice deve valutare le condizioni reddituali e patrimoniali degli ex coniugi, per decidere se attribuire l’assegno divorzile e in che misura, per riequilibrare le condizioni degli ex coniugi, è tenuto anche a verificare che il regime patrimoniale scelto dalla coppia non soddisfi già detta esigenza.
La Cassazione ricorda a tal fine che quando la comunione si scioglie, l’attivo e il passivo vengono ripartiti in parti uguali tra i coniugi. Non rileva la misura in cui ciascuno ha partecipato alla formazione del patrimonio comune della coppia. Non c’è infatti la possibilità di dimostrare chi ha apportato di più e chi meno, perché non si può applicare il regime della comunione ordinaria. In questo tipo di comunione infatti l’apporto paritario delle quote è oggetto di una presunzione semplice, che può essere superata da una prova contraria, nella comunione legale invece no.
La comunione ordinaria inoltre è per quote, non quella legale tra coniugi. Ne consegue che se uno dei due coniugi apporta di più in costanza di matrimonio, nel rispetto del principio solidaristico che è alla base del rapporto di coniugi, di questo si deve tenere conto quando il vincolo matrimoniale si scioglie.
Errata quindi la conclusione della Corte di Appello. Assegnare in esclusiva un immobile alla moglie in sede di divisione della comunione legale infatti non solo altera l’equilibrio economico dei coniugi accertato in sede di divorzio, ma conduce anche al giudizio di revisione dell’assegno di divorzio.
Lascia un commento