Una delle paure che si hanno maggiormente nel richiedere la separazione con addebito per tradimento, riguarda l’affidamento dei figli.
Si crede, infatti, che l’adulterio del coniuge possa incidere negativamente sull’ affidamento dei figli a chi abbia commesso l’infedeltà.
Se, infatti, uno dei coniugi viola l’obbligo alla fedeltà che è insito nel matrimonio, è anche vero che questo tipo di comportamento non determina di fatto, e in modo sempre diretto, l’esclusione dall’affidamento congiunto per la prole.
In molte situazioni, addirittura, sarà il coniuge tradito a mettere in atto comportamenti che determineranno per lui l’esclusione dall’affidamento dei figli, ad esempio per il fatto di essersi comportato in modo irresponsabile.
Quindi, bisogna chiarire già dall’inizio come l’ infedeltà non riguardi la propria capacità di prendersi cura dei figli, e come la fedeltà tra coniugi non rileva sotto il profilo della capacità genitoriale.
La richiesta di addebito, se invocata per tradimento, non è detto che porti ad un accoglimento da parte del Giudice.
Qualora, infatti, nella richiesta di separazione si dimostri che la coppia, al momento del tradimento, era già in una crisi che durava da tempo, allora si escluderà la possibilità di addebitare al coniuge fedifrago la separazione della coppia.
In diversi orientamenti giurisprudenziali si nota, quindi, come la tendenza al tradimento non sia un indice considerato come una prova dell’inadeguatezza a comportarsi da buon genitore.
Per questo, il fatto che la moglie o il marito abbiano tradito, non determina immediatamente né l’affido esclusivo alla parte tradita, né può arrivare a restringere i tempi o le modalità di visita per il “traditore”.
Allo stesso tempo, comportarsi in modo negativo verso il coniuge che abbia tradito, usando il suo comportamento addirittura per far prendere delle parti ai propri figli, può considerarsi una linea del tutto sconsigliabile perché penalizzante anche in sede giudiziale.
Infatti, strumentalizzare il tradimento per, ad esempio, convincere i propri figli delle qualità negative dell’altro genitore può essere rischioso, non solo da un punto di vista morale, ma anche strategico processuale.
In alcuni casi, questo modus operandi è stato considerato una mancanza di responsabilità verso la prole, individuandola come una forma di “violenza psicologica” nei confronti dei figli che comunque amano indiscriminatamente i propri genitori.
Le conseguenze, per un genitore che sistematicamente utilizza “l’arma” del tradimento per tenere dalla propria parte i figli, possono essere disastrose, e possono addirittura sfociare in provvedimenti controproducenti per sé stesso, basti pensare ad esempio:
- La revoca dell’affidamento dei figli;
- La perdita del diritto ad ottenere il collocamento dei figli;
- L’obbligo a risarcire i danni morali provocati all’altro coniuge;
E’ necessario quindi evidenziare che il tradimento non influisce in alcun modo sul diritto alla genitorialità, salvo utilizzare questo delicato argomento – che riguarda unicamente i rapporti con il coniuge – nei confronti della prole, dimostrando così di non essere scrupolosi ed attenti nei loro confronti.
A tal proposito, si consiglia di non coinvolgere i figli nei momenti di confronto su un argomento così delicato e di moderare i comportamenti che potrebbero ledere la sensibilità della prole soprattutto in un momento così delicato come quello della separazione.
La sofferenza del tradimento, ovviamente, non vuole essere certamente sminuita, ma i figli non potranno di certo farsene carico.
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